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Storie di uomini e donne coraggiosi; viaggi, conquiste e mete da raggiungere passo dopo passo.

5 luoghi (magici) poco conosciuti tra le montagne in Veneto

5 luoghi (magici) poco conosciuti tra le montagne in Veneto

Tempo di lettura: 7 minuti

Dalle Tre Cime di Lavaredo al Monte Grappa, dall’altopiano della Lessinia a quello di Asiago, le Dolomiti, le Prealpi e le montagne in Veneto sono un mondo meraviglioso tutto da scoprire. Ma cosa si cela dietro ai luoghi e ai nomi più conosciuti?
Ecco le nostre proposte per escursioni in Veneto fuori dai soliti tracciati: 5 siti sparsi su tutto il territorio, poco noti ma altrettanto magici e suggestivi.

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Grotta Azzurra e Castello di Zumelle (Borgo Valbelluna, BL)

A pochi chilometri da Mel, eletto tra i borghi più belli d’Italia, si trovano due luoghi incantati che sembrano essersi fermati fuori dal tempo.
La Grotta Azzurra, raggiungibile attraverso un sentiero completamente immerso nella natura, è un ecosistema quasi incontaminato, formato da un piccolo arco naturale scavato nella roccia e da una cascata che si getta in un laghetto di acqua limpida dai riflessi turchesi (da cui, appunto, il nome della grotta).
Vedi la Grotta Azzurra su Google Maps →
Il Castello di Zumelle, a poca distanza dalla Grotta Azzurra, è il castello meglio conservato di tutta la Valbelluna: costruito sulla cima di un colle a strapiombo intorno al I secolo a.C., presenta intatte la torre (visitabile fino alla cima, nella quale si possono trovare diverse ambientazioni di stanze medievali), alcune sale interne (ristrutturate e adibite in parte a camere B&B), la chiesetta dedicata a San Lorenzo e i sotterranei, nei quali si possono trovare una riproduzione in scala del castello e la leggendaria “Tomba dei Gemelli”, un sarcofago in pietra dove, secondo la leggenda, giacevano i due figli di Genserico, sovrano dei Goti, avuti dall’ancella Eudoria proprio nel periodo in cui si stabilì al castello - e dai quali deriva il nome stesso del luogo, “Zumelle”, da "gemelli" (da cui, successivamente, il nome del paese, “Mel”). Inoltre, al di fuori delle mura, in quelle che un tempo erano le stanze dei servi, è stato istituito un ristorante a tema medievale, con piatti tipici sia locali che antichi.

Vedi il Castello di Zumelle su Google Maps →





Altar Knotto (Castelletto di Rotzo, VI)

Se c’è un luogo capace di intrecciare storia e leggenda, e di ispirare un mistero quasi magico, è proprio l’Altar Knotto.
Situato nel comune di Rotzo (nell’Altopiano dei Sette Comuni, in provincia di Vicenza), si tratta di un imponente macigno a strapiombo sulla Valdastico; la sua peculiare forma sporgente e la sua storia nel corso dei secoli gli valgono anche il nome di “pietra dell’altare”, e forma, insieme allo Spitzknotto di Stocarè (a Est) e all’Hanepos di Marcesina (l’”Incudine di Thor”, a Nord) il cosiddetto “triangolo magico”.
A livello storico, si pensa che l’Altar Knotto (in lingua cimbra “vecchia pietra”) fosse utilizzato come luogo sacrificale: i sacerdoti portavano la vittima fino alla sporgenza attraverso sentieri e cunicoli, mentre la popolazione osservava in silenzio; nello specifico, questo culto sembra essere legato allo stanziamento nella zona del popolo Cimbro, che portò, insieme alle proprie tradizioni, anche la sua religione di origine nordica, offrendo sacrifici a divinità come Thor, Odino, Ostera e Frea.
La leggenda narra che sotto all’Altar Knotto si celi il tesoro dei Nani, e che durante le giornate di sole e cielo limpido questi lo espongano sulla sommità della pietra per ammirarne lo scintillio - ma attenzione, perché chiunque cerchi di rubare anche solo un oggetto rimane, per punizione, con le mani ustionate.
Vedi l’Altar Knotto su Google Maps →





Grotta del Ciabattino (Sant'Anna d'Alfaedo, VR)

Nella parte più ad Ovest della Lessinia, a poca distanza dalla rinomata “Spluga della Preta” (una grotta naturale profonda 877 m), si trova la Grotta del Ciabattino, un’ampia cavità in pietra caratterizzata da suggestive formazioni di ghiaccio presenti al suo interno fino a tarda primavera.
Al contrario della Spluga della Preta, la Grotta del Ciabattino è accessibile al pubblico - non attrezzata, quindi è necessario dotarsi di abbigliamento da trekking e scarponi da montagna adatti a camminare su terreni dissestati e scoscesi: è facilmente raggiungibile con una camminata di un paio d’ore, partendo dalla contrada Tommasi di Fosse a Sant’Anna d’Alfaedo e proseguendo sul sentiero tracciato.
Una curiosità interessante su questa grotta è proprio la leggenda da cui prende il nome, ispirata al fenomeno naturale per cui la forte escursione termica tra l’interno e l’esterno della grotta forma delle velature nebbiose simili a nuvole: si narra che un giovane ciabattino, che si trovava nella zona per pascolare il gregge di pecore del fratello, vide, durante una notte di luna piena, delle cornacchie trasformarsi in streghe e radunarsi attorno alla bocca della Spluga; intimorito, cercò di nascondersi nella grotta, ma le streghe lo scoprirono, e trasformarono il povero ciabattino in una stalattite e le pecore del gregge in piccole nuvole.
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Cadini del Brentón (Sospirolo, BL)

Facilissimi da raggiungere grazie ad un sentiero aperto realizzato appositamente per visitarli, i Cadini del Brentón sono una sequenza di 15 cavità naturali (tecnicamente, “marmitte di evorsione”) scavate dal torrente Brentón, simili a dei laghetti di acqua limpida collegati tra loro attraverso delle piccole cascate. Dal sentiero si può anche raggiungere il ponte che affaccia sulla cascata più importante, quella della Soffia.
Ciò che colpisce di più di questo luogo è sicuramente l’armonia sinestetica: la vegetazione e la roccia si fondono tra loro, le cascate e la natura circostante creano un rumore di sottofondo costante e molto delicato, mentre l’acqua crea dei riflessi e giochi di luce che danno una particolare vividezza ai colori.
I Cadini del Brentón si trovano nella valle del Lago del Mis, un lago artificiale dal contesto molto suggestivo, strettamente circondato dalle vette dei Monti del Sole e dal massiccio dell’Agnelezze - cime particolarmente impervie che conferiscono a tutta la valle un’aura contemplativa e incontaminata.
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Pian de le Fémene (Revine Lago, TV)

Traduzione in dialetto veneto di “Piana delle Donne”, la località nota come “Pian de le Femene” è un altopiano che collega le province di Belluno (comune di Limana) e di Treviso (comune di Revine Lago).
Particolarità unica di questo altopiano è sicuramente il panorama: mentre, infatti, da una parte si può ammirare la Valbelluna, attraversata dal corso del Piave, dall’altra si apre tutta la distesa della Pianura Padana e del Veneto - addirittura, nelle giornate più limpide si può arrivare a vedere a occhio nudo la Laguna di Venezia.
Oltre ai paesaggi spettacolari, questa località presenta anche una fortissima valenza storica: abitata fin dalla preistoria (vi sono stati rinvenuti reperti archeologici databili al Neolitico), ha mantenuto nel corso del tempo un’enorme importanza strategica, soprattutto grazie alla sua posizione di collegamento tra le due province di Treviso e Belluno; Pian de le Femene è inoltre uno dei luoghi simbolo della Resistenza: proprio sull’altopiano, infatti, si riunirono nel 1944 diverse brigate di partigiani - alle quali furono poi intitolati un monumento alla Donna Partigiana di Pezzei e un museo.
Da Pian de le Femene, si possono raggiungere comodamente in giornata anche il Col Visentin (1.763 mslm) e il Passo San Boldo, un passo a 18 tornanti noto anche come la “Strada dei 100 Giorni” (in onore della sua costruzione, avvenuta su ordine degli austriaci tra marzo e maggio 1918 in seguito alla rotta di Caporetto).
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Cristina Piolini

Ricercatrice nel cuore dell'Himalaya, alpinista estrema per passione

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Passione artigiana, tradizione italiana.

La nostra è una storia che inizia tanto tempo fa, ma che ancora oggi è fatta di amore per la montagna e paziente manualità.

La nostra storia