Le montagne nascono dal mare e nel mare
hanno le loro radici.
Sono fiere della loro grandezza, delle
pareti a strapiombo, della cima selvaggia.
Prima di salire verso la vetta raccogli un sasso, anche piccolo, quel frammento è una lacrima... la lacrima della montagna. La pioggia, il vento e la vecchiaia, nei secoli strappano da Lei piccole parti che lentamente scendono verso valle: riporta verso la sommità queste lacrime, Lei te ne sarà grata.
La montagna ti insegna a essere
determinato, ma umile.
A non distrarti, perché anche un minimo
sbaglio può essere fatale. Quando arrivano le difficoltà,
bisogna abbassare la testa, stringere i denti, ripetere una
frase qualsiasi per darsi un ritmo, e, improvvisamente, la salita che
sembrava impossibile, finisce.
Voglio il crinale, il vento su di me, la
pioggia, il freddo, la stanchezza, la sete e la fame.
Voglio emozionarmi, sentire il mio
corpo, voglio appartenere alla natura, farne parte di diritto, come un
animale, come una pianta o una roccia. La natura va oltre la vita.
Cammino solo e libero, arbitro di ogni mio gesto, padrone del mio tempo, della mia essenza più vera. Il mio animo assorbe tutto, provo piacere anche per le piccole cose, una sorgente, le fragole, la neve che mangio a morsi, il profumo dei fiori... In un ritrovato feeling fra me e il mio spirito.
"In memoria di Manfredi Salemme, un grande alpinista e un caro amico."
GRONELL